sabato 11 giugno 2011

Sogni di una donna ridicola.

Ho sognato di ballare con te sotto la luna, per le strade di Trogir, quando la fisarmonica prese a suonare "Comptine d'un autre été".
Ho sognato di tenerti per mano mentre in silenzio ascoltavamo l'organo del mare e la pioggia imperversava sul molo di Zara.
Ho sognato di passeggiare al tuo fianco lungo i corridoi del Zentralfriehof, respirando la calma che quel luogo infondeva, commemorando le anime di grandi compositori e la bellezza delle loro musiche.
Ho sognato di cantare per te su una barca in mezzo al mare, mentre come al solito poggiavi la testa sulle mie gambe.
Ho sognato di abbracciarti in piena notte quando le ombre del tuo passato ti avrebbero sopraffatto un'altra volta.
Ho sognato di conoscere tua madre per farmi raccontare la tua infanzia attraverso i suoi occhi.
Ho sognato di essere rincorsa da te fra le piantagioni di tabacco della tua amata terra: il Venezuela.

Mi ritroverò ai piedi dello Stonehenge sognando di raccontarti miti e leggende, ma tu non ci sarai.
Mi ritroverò a correre su un autostrada senza meta sognando di essere con te, in pieno luglio, ma tu non ci sarai.
Mi ritroverò sul cammino per i crateri sommitali in piena notte sognando di poter toccare le stelle con te, così vicine, ma tu non ci sarai.
Mi ritroverò a ridere e scherzare con i miei fratelli, sognando che tu sia con noi a condividere momenti pregni di felicità, ma tu non ci sarai.

Ti sognerò per altri cent' anni, e tu continuerai a non esserci.

Ci sono sogni dai quali non ci si vorrebbe proprio svegliare, e non per illudersi che non abbiano un epilogo. Sono quei sogni che andrebbero prolungati il più possibile, di modo che al risveglio l'impatto con la realtà possa tramortirci al punto di farci rimanere più morti che vivi.

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