mercoledì 5 gennaio 2011

Ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla sua porta.
Bianco come la luna il suo cappello, 
come l'amore rosso il suo mantello.
Tu lo seguisti senza una ragione, 
come un ragazzo segue l'aquilone.

Mi ha sempre fatto uno strano effetto la morte. Avevo circa 9 anni al mio primo funerale. Piangevano tutti, come forse è normale che sia, ma nonostante provassi un certo affetto per Adriana non ne sentivo l'esigenza, e non capivo perché lo facessero. Così domandai a mio padre e mio fratello perché tutti piangevano e chiesi loro se avrei dovuto piangere anche io, loro si guardarono e sorrisero dicendomi di non preoccuparmi, che era tutto normale. Di punto in bianco scoppiai in lacrime.
Quando qualcuno muore mi viene da ridere, non so per quale motivo, ma la prima cosa istintiva che mi viene da fare è una sorta di risatina semisterica che per ovvi motivi mi ha fatto fare diverse figure di merda. Solo dopo alcuni giorni realizzo che quella persona è morta, e che non potrò più vederla nè parlarle.
Stetti davvero male quando il fratello di Antonio si suicidò, per il fratello, certo, ma soprattutto per il suo dolore e per la situazione che non mi ha permesso di stargli vicino e condividere il suo dolore. Eravamo così complici in tutto quello che facevamo. Avrei sfanculizzato volentieri tutti, ma come al solito mi sono trattenuta dal farlo. E adesso le nostre strade si sono divise.
Non ho nulla contro la morte. Non vorrei vivere in eterno, anche se non riesco ad immaginare l'inesistenza, ma quello che proprio vorrei è poter stabilire quando e come morire.
Vorrei semplicemente giungere in età avanzata con lucidità ed uno stato fisico decente per poter prendere una lunga rincorsa e gettarmi a braccia aperte nel Gran Canyon, per capire cosa si prova a volare.



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